The Big Game Theory: 30 anni di Gauntlet

di Gabriele Piga 06/11/2015 SCIENZA E TECNOLOGIA
img

A grande richiesta in redazione continuiamo a raccontarvi quei giochi che hanno segnato la nostra infanzia, e lo facciamo sempre con la rubrica dedicata a questi pilastri vintage, con un gioco che segue quel filone per gli appassionati di fantasy e di Dungeons & Dragons che imperversava molto in quegli anni.

Stiamo parlando di  Gauntlet che a ottobre è arrivato a spegnere trenta candeline.

Ma partiamo dal 1983 quando Ed Logg, sviluppatore Atari, notò l'interesse per il figlio verso il gioco di ruolo cartaceo Dungeons & Dragons e pensò di renderlo virtuale nel 1985 chiamandolo prima "Dungeons" e poi "Gauntlet".

Lo scopo del gioco è quasi essenziale, sopravvivere e scappare dai vari livelli facendosi strada tra demoni, non morti vari e fantasmi, cercando la chiave che apre la porta di uscita e fuggire nel livello successivo.

Per fare questo ci possiamo avvalere di quattro eroi e peculiarità del gioco anche tutti insieme.

Ecco i nostri eroi: il Guerriero abile nel maneggiare armi a due mani, la Valchiria con un' armatura robusta, il Mago abile nel lanciare incantesimi e l'Elfo veloce e agile.

Nel corso del gioco oltre alle loro abilità i giocatori si potranno avvalere di pozioni e cibo che aumentano la salute in caso si venisse colpiti dai vari mostri, ovviamente più si avanza di livello più le insidie e i mostri aumentano di difficoltà, lì sarà fondamentale oltre a una discreta bravura il saper condividere le risorse.

Ultima chicca di questo piccolo capolavoro è la voce narrante (Texas Instruments TMS5220C speech chip.), che frequentemente ripete oltre alle regole del gioco delle frasi come "Colpire gli altri giocatori non li ferisce - per il momento" e "ricordate di non colpire il cibo".


Tags:




Ti potrebbero interessare

Notizie recenti



Speciali